Forse non sono esattamente “fake news” ma di certo tra le bufale ci sono anche loro: le credenze popolari. Che non hanno nulla a che vedere con i vecchi mobili della nonna, no. Si tratta piuttosto di quelle superstizioni che ci portiamo dietro da anni e anni… secoli!
E che ancora oggi fanno sì che, davanti a determinati oggetti o animali, ci si comporti in un determinato modo. Facendo degli scongiuri. Il gesto delle corna con le mani, per esempio. O toccare ferro. Gesti che si dicono scaramantici, capaci cioè di allontanare la sfortuna. Volete qualche esempio di fake di lunga data ma ancora attuale?
MAMMA MIA, IL GATTO NERO
Leggenda metropolitana vuole che il gatto nero porti male. C’è chi, se il felino attraversa la strada proprio nel mentre si passa, accosta la macchina e aspetta che passi qualcun altro… che si becca così anche la sfortuna di aver tagliata la via dal micio. La leggenda arriva da lontano: da quando cioè si pensava che i gatti neri fossero compagni delle streghe. Quelle che venivano messe al rogo. E l’attraversamento della strada arrivasse invece da quando si girava ancora a cavallo o con il calesse. Il ronzino nel vedere il riflesso giallo degli occhi del gatto, la notte, si imbizzarriva, disarcionando il cavaliere o strattonando in malo modo la dama seduta in carrozza.
VIA QUEL CAPPELLO DAL LETTO!
Altra credenza riguarda il cappello che assolutamente non si può, né si deve, poggiare sul letto. Porterebbe malissimo al proprietario di quest’ultimo. Anche qua, la superstizione arriva da assai lontano. Da quando cioè, il medico o il prete (quando la situazione era più grave) andavano a casa del malato da visitare e, per la fretta di andargli vicino, poggiavano il cappello ai piedi del letto… Questo gesto quindi, ricorda le visite agli infermi, quando erano gravi. E viene collegato alla sfortuna.
SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME…
Anche rompere lo specchio porta male (o almeno c’è chi lo crede…). Si dice che porti sette, avete letto bene sette… anni di sfortuna. Il perché? Lo specchio da sempre era considerato un oggetto magico, visto che rifletteva, sdoppiandola, una immagine. In più, in Oriente si pensava che avesse il potere di rubare l’anima, per cui se si rompeva… chissà l’anima che fine avrebbe fatto. Ma perché proprio 7? Perché anche 7 è un numero speciale: 7 sono i pianeti, i sacramenti, i giorni della settimana, ecc.