Perché questa notte è diversa da tutte
le altre notti? Perché questa notte
mangiamo solo azzimi? Perché
erbe amare?». È il più piccolo di ogni famiglia
ebraica che, con le sue domande,
apre il rito familiare della Pasqua ebraica
che fa memoria dell’uscita del popolo
d’Israele dall’Egitto e dalla condizione
di schiavitù.
Durante la cena con la quale si celebra
la festa, il racconto del Dio liberatore –
l’haggadah – viene letto e cantato, così
da trasmetterne la memoria di generazione
in generazione.
Notte dunque radicalmente diversa, perché
è notte del sogno sempre vivo della
libertà che prevale sulla schiavitù, della
luce sulle tenebre, della vita sulla morte.
La Pasqua è una festa di liberazione: un
gruppo di migranti nelle terre del Medioriente,
prima accolti in Egitto nella loro
accogliente
corsa verso il pane (in terra di Palestina
regnava la carestia), finiscono ben presto
schiavi. Ma grazie alla loro fede nel Dio
che libera sono sfuggiti all’oppressione
del faraone e giunti in una terra di libertà.
La Pasqua di questo 2022 la celebriamo
mentre ci stiamo mobilitando per accogliere
al meglio chi fugge dalla guerra in
Ucraìna. Per noi, sorelle e fratelli ucraini,
bambine e bambini in particolare, sono il
volto di quel Gesù che risorge, impresso
in ogni persona che soffre ed è indifesa.
Pasqua è festa di speranza per tutti, nessuno
escluso, emarginato…
L’accoglienza a chi fugge dalla guerra e
dalla fame, e il rispetto della sua dignità
umana, non sono solo iscritti nella nostra
Costituzione: sono iscritti con parole di
fuoco nel vangelo stesso. Sono il cuore
del messaggio di Pasqua: la vita più forte
della morte, la vittoria dell’amore.