Il nostro mese di marzo si conclude quest’anno con la grande festa di Pasqua. Lunedì 25 è luna piena, la prima dopo l’equinozio di primavera, e la domenica dopo, il 31 appunto, è quindi Pasqua.
Pasqua viene sempre di primavera quando tutto si risveglia, rinasce: la luce ha la meglio sulle tenebre e le giornate sono più lunghe. La metà “chiara” ha il sopravvento su quella “oscura” del periodo invernale. E i fiori sbocciano, mostrando tutto lo splendore dei loro colori, e gli uccellini cantano di gioia. La Pasqua è proprio la festa della luce, la festa dell’amore, la festa della vita. Che rinasce dalla morte.
Per i nostri fratelli e sorelle ebree, Pasqua è far memoria della loro liberazione dalla schiavitù in Egitto. E per noi? Parlare a noi di morte che è sinonimo di dolore, sofferenza, tristezza non è che ci riesca simpatico. Eppure il misterioso evento che affascina le persone credenti e non, da quasi duemila anni, ‒ e che dà a tutte e tutti noi la possibilità di fermarci per far festa ‒ ci dice che la morte è vinta.
Gesù infatti lascia vivo la tomba in cui, morto in croce, è stato sepolto dopo aver condiviso una cena di addio in cui ha donato tutto sé stesso, è stato catturato nel giardino degli olivi, processato davanti a Pilato e condannato a morte.
Certo, Gesù ha sofferto, ha pianto, è stato tradito, gli hanno voltato le spalle ma lui è così buono che li ha perdonati. E dà a noi di saper perdonare, ci dice dell’importanza di non tradire, mai, la fiducia riposta in noi, insegnandoci così la generosità verso le altre persone, sempre pronti a tendere la mano della riconciliazione e dell’aiuto.
Accogliamo allora gli insegnamenti che ci vengono dagli ultimi giorni e momenti di vita di Gesù. E così sapremo “risorgere” come lui, ogni giorno, anche noi.
Buona Pasqua!