Per questo mese, care ragazze e ragazzi che leggete PM, vi prendo per mano per accompagnarvi a 6 ore di aereo e a 4mila km da casa nostra, cioè in Sudan. Prendete la carta geografica dell’Africa e guardate a sud dell’Egitto (il paese delle piramidi e dei faraoni…) ed ecco il Sudan, paese di 1.886.000 km² di superficie (6 volte più grande dell’Italia!), abitato da un po’ meno di 50milioni di abitanti.
In quel Paese il 15 aprile di un anno fa è scoppiata, a partire dalla capitale Khartoum, e allargandosi ad altre zone, una guerra che vede affrontarsi l’esercito nazionale e le milizie delle Forze di supporto rapido guidate dal generale Hemeti.
Come ogni guerra, anche questa comporta distruzioni, morti e sofferenze indicibili. Prime vittime: bambine e bambini e mamme. Milioni sono le persone che non trovano da mangiare o sono sfollate per fuggire alla guerra e alle devastazioni dei bombardamenti, mentre centinaia di migliaia cercano rifugio nei Paesi vicini.
Il Sudan interessa tutte e tutti noi perché è il Paese in cui è vissuto e morto san Daniele Comboni, grande amico delle persone africane, fondatore della famiglia missionaria che edita il giornalino che avete tra le mani.
Ci consola pensare che non tutti i missionari e le missionarie hanno lasciato il paese in guerra. Tre in particolare, tutti della diocesi di Padova, si trovano ancora là. Sono i padri Diego Dalle Carbonare, Lorenzo Baccin e Alessandro Bedin. Le loro mamme si sono ritrovate a Padova con le famiglie di altri comboniani, domenica 10 marzo.
Commovente sentirle raccontare dei loro figli lontani, sì con preoccupazione ma anche con quella fierezza di mamme che ammirano il coraggio e il dono che i loro figli fanno della loro vita, rimanendo accanto alla gente che soffre.
A san Daniele Comboni chiediamo il… miracolo di riportare pace in quel Paese che ha adottato come suo.