Un ragazzo come noi, con pregi e difetti e… straordinario, che si serve delle tecnologie della comunicazione “per comunicare valori e bellezza”. «Ma il suo sguardo spaziava ben oltre Internet». “Fino a dove?”, si chiede a mamma Antonia, che risponde: «Alle mense dei poveri, quelle delle suore di madre Teresa di Calcutta a Baggio e dei cappuccini in viale Piave, dove prestava servizio come volontario. La sera partiva da casa con recipienti pieni di cibo e bevande calde. Li portava ai clochard sotto l’Arco della Pace, per i quali con i risparmi delle sue mance comprava anche i sacchi a pelo”.
Ecco chi era Carlo Acutis, il ragazzone milanese, alto 1,82 m, capelli ricci e neri, di 15 anni, che sabato 10 ottobre, ad Assisi, sarà proclamato beato. Era nato a Londra dove i suoi lavoravano e a un anno approda a Milano. Ha potuto frequentare un solo anno di superiori. Una brutta malattia, una leucemia fulminante, se l’è portato via in tre giorni, a Monza. Era il 12 ottobre 2006.
Un ragazzo dei nostri giorni, Carlo, che trasmetteva via web gioia di vivere e passione per il vangelo, senza vergognarsene, a chiunque incontrasse.
A 6 anni già padroneggiava il computer, girava per casa con il camice bianco e il badge “scienziato informatico”. Se ne serviva per far conoscere il suo Gesù. Si era innamorato dell’eucaristia ‒ “la mia autostrada per il cielo”, la definiva ‒ cui aveva voluto accostarsi a 7 anni, anziché a 10, fino ad allestire “Segni” una mostra sui miracoli eucaristici.
Era il suo modo di essere missione. Alla missione come annuncio della Buona notizia di Gesù è dedicato questo mese di ottobre. Ricordalo: missione e santità riguardano anche te, quando aiuti un compagno o una compagna in difficoltà…quando sei fedele ai tuoi impegni…quando sai tirar fuori il meglio di te e guardi avanti con fiducia, perché la vita è un dono, è bella e vale la pena di viverla in pienezza. Carlo beato ce lo insegna da lassù.
Buon ottobre missionario.