Tra i molti che la sera del 24 dicembre erano giunti a Betlemme per il censimento ordinato dall’imperatore di Roma Augusto, c’era anche lui, Cherubino. Ma lui non era venuto per farsi recensire, ma in obbedienza al Padre del cielo che gli aveva chiesto, un po’ preoccupato: «Cherubino, scendi veloce perché laggiù sta per nascere mio Figlio. Controlla che tutto vada bene».
Cherubino parte in picchiata. Ma nessuno lo nota, è un angelo. Cerca e cerca, ecco che finalmente incontra quei due sposini di Nazaret, scesi anche loro a Betlemme. Sono stanchi per il lungo viaggio e stanno chiedendo un posto ove trascorrere la notte, ma ricevono sempre un rifiuto. Cherubino vorrebbe intervenire, ma teme di essere cacciato come un ficcanaso.
Segue allora i due, che prendono un sentiero che conduce a una grotta che serve da riparo alle greggi. Bisogna sapersi accontentare. Maria e Giuseppe entrano e si preparano a trascorrervi la notte. Cherubino, per delicatezza, rimane fuori, accovacciato. Le stelle brillano luminose in quel cielo così terso come lo è il cielo di Palestina. Sente sonno e si addormenta.
L’armonia di un canto di angeli lo sveglia d’improvviso e si trova avvolto da una luce splendente. La capanna è tutta luce e splendore. Entra anche lui con i pastori accorsi. Vede lo lucentezza di un Bambino avvolto tra le fasce sul petto della mamma. E anche lui adora.
E ora, via, di ritorno lassù. Ma gli crederanno? «Ho visto quello che nessuno può sognare – ripete ‒. Il Figlio di Dio, Padre di tutti noi, sorelle fratelli, è nato piccolo come gli altri figli di mamme sulla terra. È nato in una grotta dove pastori e animali trovano rifugio. Ho visto la tenerezza di mamma Maria, gli occhi pieni di amore di Giuseppe, i pastori arrivare con i loro doni. E ho udito il canto: E in terra pace agli uomini e alle donne amati dal Signore».
Buon Natale